Violenza sugli indiani del Canada moderno

La società presa in esame è forse quella che meno ci aspetteremmo, non si tratta di un paese in via di sviluppo, né di uno con un recente passato dittatoriale o autoritario, bensì di un emblema di democrazia, il Canada. A questo punto potremmo immaginarci di sentir parlare di fatti storici antichi, di un problema superato e di una società equilibrata e riappacificata, non penseremmo mai di leggere la storia di un genocidio terminato ufficialmente nel 1996, le cui eredità sono ancora profondamente radicate nella società canadese moderna. Quello che è presentato nel libro è il processo di guarigione che ci giunge dall'esperienza delle scuole residenziali per i nativi canadesi, ossia un percorso di coraggiosa ripresa da abusi, torture e ingiustizie testimoniato in prima persona anche da un sopravvissuto di origine algonchina.

Titolo: Violenza sugli indiani del Canada moderno

Autore: Clara Csilla Romano

Editore: Temperino rosso edizioni

Genere: Saggio

Anno prima edizione: 2015

Collana: Nuovi saperi

LIBRO ISBN 9788898894253

Ebook ISBN 9788898894260

libro a copertina morbida 94 pp. prezzo 12 €

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Violenza sugli Indiani del Canada moderno

In Italia più che altrove, lo scarso interesse per i problemi dei popoli indigeni affonda le radici in stereotipi radicati. Uno è quello che considera "grandi democrazie" paesi come gli Stati Uniti, l'Australia e il Canada.

Queste idee false svanirebbero come neve al sole se si desse uno sguardo alla situazione dei popoli indigeni.

Fortunatamente, però, stanno emergendo studiosi che pubblicano libri atti a demolire questi stereotipi.

Uno di loro è Clara Csilla Romano, autrice di Violenza sugli indiani del Canada moderno. Giustizia riparativa (Temperino rosso, Brescia 2015, pp. 94, € 12), che si inserisce a pieno titolo in questo panorama.

Il libro prende le mosse dalla tragica esperienza delle "scuole residenziali", i convitti dove molti giovani indiani strappati allefamiglie vennero rinchiusi dal 1840 al 1996. L'obiettivo prioritario era la mortificazione delle culture autoctone: dall'abbigliamento al divieto di usare la lingua madre, dall’imposizione del cristianesimo allo studio di una storia falsificata e distorta.

Questa pratica rivoltante venne appicata sia negli Stati Uniti che in Canada, ma il volume si concentra su quest'ultimo paese.

Quello che viene presentato dall'autrice è il processo di riconciliazione che sta cercando di sanare le dolorose ferite culturali e sociali derivate da questa esperienza. In altre parole, un percorso di coraggiosa rinascita dopo abusi, torture e ingiustizie.

Completano il libro varie testimonianze dirette, fra le quali quella di un sopravvissuto di origine algonchina.

Clara Csilla Romano (Varese, 1992), italo-ungherese, ha conseguito la laurea in Scienze Sociali per la Globalizzazione all'Università degli Studi di Milano. Interessata in particolare alla soluzione dei conflitti sociali e ai problemi delle minoranze, si accinge a concentrarsi sui problemi della minoranza zingara dell'Ungheria.

Merita molta attenzione anche la casa editrice, nata a Brescia nel 2010. Come si legge sul suo sito, i responsabili vogliono "incentivare e seguire nel loro sviluppo tutte quelle forme artistiche che, pur possedendo delle valide prerogative d'emancipazione, risultino essere per svariati motivi minoritarie".

Centro di documentazione sui popoli minacciati